CASA ROMEI


L’edificio quattrocentesco prende il nome dal mercante Giovanni Romei che, grazie all’acquisto del terreno dove già in passato furono edificate e demolite diverse strutture, diede avvio, attorno al 1442, al progetto di costruzione della sua residenza signorile. L’architetto incaricato, individuato da alcuni studiosi nella persona di Pietro Benevento dagli Ordini, da altri in quella di Pietrobono Brasavola, con l’impiego di elementi specificatamente medievali accostati ad altri propriamente rinascimentali sviluppò un eccezionale esempio di fabbricato che testimonia la transizione tra le due epoche.

Casa Romei rappresenta attualmente l’unica nobile dimora ferrarese risalente all’età dei marchesi Leonello e Borso d’Este che sia pervenuta ai giorni nostri in forma pressoché integra. Il mercante Romei, gabelliere e abile uomo d’affari, riuscì ad inserirsi nell’ambiente di corte dei Signori Estensi coronando la sua ascesa sociale nel matrimonio con Polissena d’Este, figlia illegittima di Meliaduse d’Este. Giovanni Romei ricoprì quindi diversi ruoli all’interno della corte ferrarese arrivando ad assumere quello di ambasciatore estense presso il papa Pio II Piccolomini, acquisendo il titolo di conte per volere papale e diventando uno dei più importanti uomini di successo legati alla famiglia ducale. La sua dimora, di conseguenza, assunse un ruolo di rappresentanza accogliendo tra le proprie mura illustri ospiti: dai membri della corte estense, a influenti cardinali, al duca Ercole I. Casa Romei, strettamente legata alla storia e al patrimonio estense, divenne quindi una delle residenze più belle e note della città, vero e proprio emblema della prestigiosa posizione sociale acquisita dal proprietario.

Già ampliata e decorata in occasione delle nozze, l’abitazione, nel corso del tempo, subì diversi rinnovamenti necessari alla sua funzione di rappresentanza. Ai giorni nostri è ancora possibile rileggere i fatti architettonici e decorativi tipici delle dimore signorili della cultura ferrarese ed ammirare il dialogo tra i cicli pittorici di storie ispirate alla tradizione classica e ai poemi cavallereschi realizzati nelle sale interne del pianterreno e le pitture che adornano l’esterno dove risalta il simbolismo araldico della famiglia Romei. Questi emblemi spiccano legandosi o a trame geometriche, i cui colori rimandano alle divise dei padroni di casa, o avvolgendosi in un intreccio floreale propiziatorio.

I due loggiati sovrapposti, con le decorazioni fiorite tardogotiche, affacciandosi sul cortile d’onore particolarmente suggestivo anticipano e introducono agli ampi ambienti dell’interno. Tra questi primeggiano la sala dei Profeti e quella delle Sibille con affreschi della seconda metà del Quattrocento. Qui si trova inoltre l’interessantissimo camino decorato con affreschi, stucchi e una ghiera poligonale in cotto di gusto tardogotico e in origine anch’essa decorata. Al piano nobile i fregi a grottesche eseguiti dalla bottega dei Filippi, con i riquadri di “Tobiolo e l’Angelo” e “David e Golia” attribuiti a Bastianino, decorano la parte rinnovata su commissione del cardinale Ippolito II d’Este, il cui stemma campeggia nel Salone d’Onore. L’edificio infatti dopo la morte di Giovanni Romei passò, grazie a un suo lascito testamentario, al complesso conventuale del Corpus Domini.
 
Verso la fine del XIX secolo, dopo la soppressione dell’istituto religioso, il fabbricato fu acquistato dal demanio dello Stato e dal 1953 convertito in museo.
 

Attualmente Casa Romei è un Museo Statale, il cui percorso si snoda lungo i due piani dell’edificio e attraversa idealmente la cultura e l’arte ferrarese dal XIII al XVI secolo. Le pareti delle sale al piano nobile sono occupate da affreschi staccati e sculture,  provenienti da chiese ferraresi, mentre nell’alcova o studiolo di Giovanni Romei, impreziosito da un raro soffitto a cassettoni ornato di carte xilografate, e nell’adiacente “saletta verde” sono state riunite alcune sculture restaurate. Al piano terreno è ospitata una raccolta lapidea che annovera tra i pezzi di maggiore interesse il monumento funebre di Tommasina Gruamonti, del 1498, proveniente dalla ex chiesa di S. Andrea e il pulpito in marmi policromi già nel refettorio della Certosa.

Percorrendo le sale del museo si possono incontrare opere di noti artisti quali Vitale da Bologna, Donatello, Gregorio di Lorenzo, Bastianino o Alfonso Lombardi, che arricchiscono gli affascinanti ambienti della casa e rendono unica l’esperienza di visita.